La perdita del futuro

Negli occhi della notte,
la bocca assetata di technicolor,
si apre tridente per alzare le ali della fantasia,
veritas dal mare,
dove gli esseri sono immagini di silenzio,
forme create dal fuoco, luce delle essenze.

Quante pietre di dolore dovremmo ancora sollevare
prima che giunga il momento
di contemplare lo spazio interstiziale, dove l’ uomo è nato
e vuole ritornare
ancora quanto sangue si dovrà versare
per dissetare il delirio umano,
la vita di fuochi spenti,
di esseri senz’anima,

sperare dormendo che il mondo cambi,
consolazione ingiusta per tutti quelli che,
non possono più dormire,

l’arte effimera si posa la notte
all’interno delle palpebre.

Cercando di filare il tempo
andiamo inesorabilmente verso il vuoto.
Quando ci si addormenta,
l’anima si abbraccia alla notte,
l’orchestra dei numeri-immagini si mette a suonare.
Credo che possiamo comunicare
con le vibrazioni dell’acqua.

La mia sofferenza
è al confino,
alla deriva del mondo visibile.

Essere come un uccello,
tirarmi le ali ogni mattino,
nella piena luce del sole.


La coscienza è aperta nello spirito.
L’ascesa verso la conoscenza
è fatta di salti incoscienti
nei meandri dell’ incommensurabile astrale,
dove  risiede il fuoco bianco invisibile.

Una pressione dall’esterno
cerca d'invadere l’ interno.

L' impressione dall’interno,
in espansione branchiale
verso l’esterno della coscienza,
tocca l’ assoluto
magma vibrante
della conoscenza superiore ,
la pressione si fa strada sulla materia,
le forme simboliche prendono vita,
il fuoco sacro è acceso.

La coscienza superiore è aperta allo spirito,
l’ ascesa verso la coscienza è eterea,
il tempo ingrandendo lo spazio si contrae.

L’ ascesa è fatta
di salti incoscienti
nei mondi innominabili,
nell’incommensurabile spazio aldilà…

O morte, vecchio  capitano
È tempo, leviamo l’ancora,
questo paese ci annoia.
O morte, andiamocene !

Se il mare e il cielo sono neri
come l’ inchiostro,
i nostri cuori , che tu conosci
sono pieni di raggi.

Versa il tuo fiele
perché ci riconforti;
noi vogliamo
che  questo fuoco
ci bruci il cervello.

Se con il respiro potessi trasportare le nuvole,
cavalli alati lotterebbero all’orizzonte,
contro il dragone triste,
per liberarmi l’anima.

La luna è crescente
e non è stanca di sognare.


La distanza danza con il tempo,
lui ci ruba lo spazio eterno,
tirato tra il presente prossimo ed il futuro.
Sospensione  gassosa, compressa,
dove l’ universo  parallelo trova spazio tra le fauci della notte.
Dove, per assenza solare
i fantasmi di altre vite  si moltiplicano.

I sogni soggiogano la meschinità del presente,

formato dell’attimo cosciente
alla quadratura terrestre
Nel vortex stratosferico
di un presente incondizionato
Dove l’ essere può ritrovare
la libertà totale
e non clonaggio molecolare.

Nello solitudine dello spazio riempito di luce,

il tempo consuma la pietra,
per bruciare il fuoco atavico,
secreto dal suo animo duro,

così come cera ci consumiamo, noi mortali,
dall'alba al tramonto, trascinando le nostre ombre,
gli incontri più fervidi si fanno la notte,
al di là del muro di coscienza,
su di un alto livello di ascolto,
la realtà assorbe le linee di fuga immaginarie,
scorci prospettici aperti su orizzonti infiniti,
immersi occhi che si guardano esplorando i pieni e i vuoti,
le luci e le ombre,

dove il tempo non esiste, annullato nello spazio,
dove nasce il bagnato,
dove si appoggiano le cose,
lo spazio tra esse, il silenzio del vuoto,
che poi è già pieno,
ciò che attende di diventare forma…
e tutto il resto di ridiventare niente

Croce sublime.
Dai sogni risplendi.
Nel nero zero, il corpo unisce, il sole e la luna.
Nell’umana specie, forgi l’ anima con
l’acqua mattutina, il fuoco dello spirito –cosciente.
Nella materia eterna, gli astri si fissano,
i metalli saturano, nel moto libero
e perpetuo,
lapis di fango
futura lacrima di sangue.

MG